PROGETTO TOPPUNT
Roberto Ciardo
Spazi paralleli” si compone di due “quadri”: un quadro verticale di strisce colorate di carta (predomina il celeste) su compensato; e un “quadro” a terra, che è il video, con audio, di una porzione di mare vivace (non molto mosso, ma neanche piatto). Tra questi due quadri, uno fisso e l’altro mosso in loop si crea un cortocircuito, da cui emanano scintille. La disposizione di entrambi i quadri è all’interno del parallelepipedo-Toppunt. Il quadro, fisso ad altezza d’uomo, corrisponde a una visione orizzontale. Ci sono il mare e il cielo; e qui il cielo, che occupa la maggior parte del quadro, sovrasta il mare. Nel video sul pavimento c’è solo il mare. L’immagine video del mare non è il mare, ma una sua rappresentazione molto realistica (per puro merito del mezzo: la videocamera); neanche il quadro a strisce è il cielo, bensì una rappresentazione fatta con un mezzo diverso, con una resa meno realistica (ma proprio per questo, forse, più evocativa). La scintilla, qui, è la rappresentazione; cioè, la sostituzione della “realtà” (il mare, il cielo) con simulacri-medium (il quadro con la carta, il video). Le due immagini sono due rappresentazioni di uno stesso “evento”, frammentato in una porzione di mare (mosso con chiazze di schiuma), e in una porzione di cielo (con filamenti di nuvole) sul mare.
A risaltare, nell’accostamento, è la differenza di “resa” dei medium. “Spazi paralleli”, tuttavia, non è solo un’ulteriore prova del “mantra” di MacLuhan: “il medium è il messaggio”. I diversi linguaggi mettono in relazione un luogo, probabilmente dell’anima (il mare è quello del Ciolo, località poco a est di Santa Maria di Leuca), e il ricordo di tale luogo. In altre parole, sono un tentativo di fermare (catturare, congelare) con più mezzi, i cui non si sommano ma si accostano, l’attimo imprendibile di “cio che accade”. Lo spazio-audio, lo spazio-video, lo spazio-quadro, e lo spazio-“reale” procedono parallelamente. I tre spazi scaturiti dalla volontà e dalla mano dell’artista, gli spazi sopravvissuti che vediamo e sentiamo, però, sono qui per evocare incessantemente un’immagine-evento senza rimedio svanito. Non solo per l’artista, anche per noi.
21 | 03 | 2016
“Spazi paralleli” (Parallel Spaces) is made up of two paintings: the first one is composed vertically by colourful strips of paper - mainly blue - on plywood; the second painting is a video (with sound) of a portion of an animated sea (not so rough but not flat either), located on the floor ground. It happened that between these two pictures - one fixed and the other flowing in loop - a short circuit was made, by which sparks came out. The arrangement of both pictures is located inside the parallelepipedon-Toppunt. The painting, set at eye level, matches an horizontal point of view. In the picture there are the sea and the sky - and the latter dominates the sea, absorbing the most of the image. On the floor ground, the video shows only the sea. The video image of the sea is not the sea, but a very realistic representation (thanks to the medium: the video camera). Neither the picture with the paper strips is the sky, but a representation made with a different medium, giving a less realistic impression, yet maybe more evocative in this way. The spark, here, is the representation, that is the replacement of the reality (the sea/the sky) with simulacra-media (the plywood with paper/the video). These two images are two representations of the same event split in a portion of a (foamy and flowing) sea and a part of the sky (with its clouds) on the sea. In juxtaposition, what stands out is the difference between the result of the media. "Spazi paralleli", however, is not just a further proof of McLuhan's mantra: “the medium is the message”. The different languages establish a relationship between a place (Ciolo's sea, seaboard at East from Santa Maria di Leuca, Italy) and the its memory. In other words, they are an attempt to stop (to seize - to suspend) with more than one medium put near each other (not added one another), the unstoppable instant of “what is happening”. The audio-space, the video-space and the reality-space move forward simultaneously. These three spaces originated by the artist's will and by his hand, the survived spaces that we see and hear, however, they are here to continuously recall a vanished event- image without relief. Not only for the artist, for us also.