PROGETTO TOPPUNT
Paolo Ferrante
Un provocatore si è intrufolato in PROGETTO TOPPUNT una Per onorare i cento anni dalla nascita (il 5 febbraio 1916 al Cabaret Voltaire di Zurigo) di Dada? Il provocatore ha i modi e l’aspetto gentili di Paolo Ferrante. Non ci sono state risse, né aspre discussioni, tra apocalittici e integrati. Tutti i convenuti erano integrati. Di apocalittici, neanche l’ombra. Per il titolo “Convivio” della sua azione “relazionale”, Paolo Ferrante è andato ancora più indietro nel tempo, si è rivolto al padre della lingua italiana, Dante Alighieri. Come ha apparecchiato il convivio? Con quattro pietanze. Una cornice dimezzata; un trasparente (la protezione); una tela dipinta (prevale il verde, più o meno virato verso il giallo, con punte anche di azzurro tiepido) avvolta su un bastone a sezione quadrata; una testolina in creta cotta, un volto femminile e giovane. Gli intervenuti erano invitati, senza l’obbligo, a cibarsi di tutte e quattro le pietanze o solo di alcune. Il lauto pasto si poteva consumare con un foglietto di carta (no, non un tovagliolo, ma sarebbe stato bello potere utilizzare un tovagliolo) e una penna o pennarello. L’artista chiedeva, senza l’obbligo, di pensare e disegnare sul foglietto una combinazione dei quattro elementi. E poi, di intavolare un confronto tra la propria disposizione e quelle altrui. Intanto, l’esposizione delle quattro tracce, o temi, (la cornice, la protezione trasparente, i colori sulla tela, il volto) non era casuale. Se Toppunt è un parallelepipedo (la base è all’incirca un metro quadrato), si poteva osservare che il trasparente e la tela colorata erano sullo stesso piano (immaginario) che, di fronte all’ingresso, taglia a metà il parallelepipedo. Invece, la cornice (nell’angolo in alto a sinistra) e la testolina (sul piano di mezzo), erano sul piano laterale più lontano (il fondo). L’artista, si aggirava, guardava le soluzioni abbozzate, sorrideva, parlava, astenendosi di commentarle.
La cornice, il trasparente, la tela colorata, la testolina di creta erano già una scena preparata, erano già un’immagine, erano già un menù. Voglio dire: la situazione di partenza non solo non era il nulla, ma neanche un’accozzaglia. Gli ingredienti erano selezionatissimi, di prima scelta e qualità. Come partecipante al convivio, ho disposto un’apparecchiamento, e ho scambiato il mio cibo con altri cibi. Non dirò nulla delle soluzioni che ho visto. Racconto, invece, il mio piatto, iniziato a PROGETTO TOPPUNT (il 2 marzo 2016) e finito a casa. Di tre ingredienti (la cornice, il foglio trasparente, la tela colorata avvolta al bastone) farei un falò. Sulla cenere del falò, collocherei la testolina-bella fanciulla.
La persistenza della ninfa?
P.S. Paolo Ferrante nella presentazione aveva promesso che ci sarebbe stato un “pane” che avrebbe facilitato l’assimilazione della “difficile pietanza” (le parole virgolettate sono della presentazione). Non solo non c’era il pane (se c’era un pane simbolico, non ho capito quale fosse). Neanche il vino. E senza vino, che convivio è?
A provocateur sneaked in PROGETTO TOPPUNT. Was it for pay an homage to the centenary of the birth of the Dada movement (Dada in Zürich, Switzerland, began in 1916 on 5th February at Cabaret Voltaire)? The provocateur has the gentle manners and the aspect of Paolo Ferrante. There were no fights, no biting arguments between Apocalyptic and Integrated intellectuals. The congregation was formed by merely Integrated intellectuals - Apocalyptic there was none.
Paolo Ferrante has moved back further, naming his action after the "Convivio" (The Banquet) by Dante Alighieri, the father of Italian language. How did he set the banquet? He did it with four dishes: a frame (split in half), a transparency (the protection), a painted canvas (mostly green, more or less towards the yellow, and with traces of warm blue) wrapped upon a square sectional cane, a small terracotta head (a young and feminine face).
The attendees were invited to feed on all four dishes or just a few - with no obligation. The conspicuous meal was intended to be consumed with a piece of paper (unfortunately not a napkin, it would have been nice) and a pen/marker. Without obligation, the artist asked to think and to draw a combination of four elements. Then, he asked to put a confrontation on the table, between his and the others arrangements. Meanwhile, the exhibition of the four sketches, or compositions (the frame, the see-through protection, the canvas colours, the face) was not accidental. The structure of Toppunt is a parallelepiped (the base is about one square meter), this means that the see-through and the painted canvas were on the same (imaginary) level, which - facing the entrance - cuts in half the parallelepiped. While, the frame (in the upper left corner) and the small head (on the middle level) were on the background - on the faraway side. The artist buzzed around, looking at the sketchy solutions, smiling, talking, refraining from commenting. The frame, the transparent, the canvas, the small head were already parts of a recreated scene, were already a picture, formed already a menu. I mean, not only the situation was made of "nothing" from the beginning, but this "nothing" was not just a whatever hodgepodge. The ingredients were carefully selected, they were gourmets. As an attendee to the banquet myself, I have set my ingredients and I have switched my food with other dishes. I will not talk about the solutions I saw.
Instead, I want to illustrate my plate, begun at PROGETTO TOPPUNT (2 March 2016) and concluded at home. With three ingredients (the frame, the see-through paper, the coloured canvas wrapped around the cane) I would have set a bon-fire. On the ashes I would have placed the small beautiful head. The persistence of the nymph?
P.S.: Paolo Ferrante in his presentation promised that there would have been "bread" that would have facilitated the assimilation of the "difficult dish" (the inverted commas are the words of the presentation) . Not only there was no bread ( if there was a symbolic bread, I did not understand what it was). But there was no wine, either. And without wine, what kind of banquet it is?
02 | 03 | 2016